Cinque cose da sapere per parlare al microfono
Sui microfoni ho imparato molte cose da quanto ci ho parlato dentro la prima volta negli anni Settanta quando ero una giovanissima speaker radiofonica, la più importante è che la riuscita di una buona presentazione dipende molto da come si usa questo piccolo pezzo di tecnologia.
Condivido con voi alcune pratiche, non di quelle che si trovano sui libri, ma quelle che derivano dalla mia esperienza. Forse non andranno bene per tutti, ma spero che qualcuno ne possa trarre vantaggio.
I più comuni sono i microfoni multi-direzionali (4) che "raccolgono il suono" anche quando ci spostiamo o giriamo la testa, ma ve ne sono anche altri che sono sensibili solo ai suoni frontali e laterali (1 e 2) oppure solo a quelli frontali e opposti (3).
Oggi per me la differenza non è più così importante perché negli anni ho imparato a tenere il microfono in modo che la voce si senta sempre anche quando mi muovo, ma agli inizi della mia carriera cercavo sempre di informarmi sul tipo di microfono e, prima dell'inizio della conferenza, chiedevo di provarlo.
Questo mi aiutava anche a trovare il "punto dolce" ovvero quella posizione che permetteva al microfono di rendere la mia voce al meglio.
Io per regolarmi faccio così: apro il palmo della mano, appoggio il pollice sulle labbra e avvicino il microfono finché lo tocco con la punta del mignolo.
Vi è tuttavia un motivo molto più pratico per cui io non lo faccio mai. Quando tengo una presentazione, uso sempre la modalità relatore per avere accesso al menu di navigazione o, più semplicemente, per dare un'occhiata alle note. Preferisco posizionare il microfono sotto il mento, in questo modo quando giro il capo verso lo schermo si continua a sentire la voce perché rimango nell'area di sensibilità del microfono.
Se, invece, il microfono è di quelli da tenere in mano lo posiziono sotto il mento e immagino che sia collegato al mio mento da un'asticella rigida. In questo modo ogni volta che giro la testa mi ricordo che il microfono deve girare con me seguendo sempre la mia bocca, e non rischio che la platea senta la mia voce a scatti.
Aggancio sempre il microfono a clip per non rischiare di sfiorarlo accidentalmente quando mi muovo. A volte basta alzare il braccio per indicare qualcosa con il puntatore laser, e il bavero della giacca si sposta sul microfono provocando un rumore che potrebbe risultare irritante per il pubblico.
Infine mi assicuro sempre di agganciarlo nel lato dove so che tenderò a girare la testa più spesso.
Quando copi i miei articoli nel tuo blog (anche se li riscrivi modificandoli leggermente) ricordati di mettere sempre un link a TuttoSlide.
Condivido con voi alcune pratiche, non di quelle che si trovano sui libri, ma quelle che derivano dalla mia esperienza. Forse non andranno bene per tutti, ma spero che qualcuno ne possa trarre vantaggio.
1. Sensibilità del microfono
La prima cosa che ho imparato è che non tutti i microfoni hanno la stessa sensibilità al suono.I più comuni sono i microfoni multi-direzionali (4) che "raccolgono il suono" anche quando ci spostiamo o giriamo la testa, ma ve ne sono anche altri che sono sensibili solo ai suoni frontali e laterali (1 e 2) oppure solo a quelli frontali e opposti (3).
Oggi per me la differenza non è più così importante perché negli anni ho imparato a tenere il microfono in modo che la voce si senta sempre anche quando mi muovo, ma agli inizi della mia carriera cercavo sempre di informarmi sul tipo di microfono e, prima dell'inizio della conferenza, chiedevo di provarlo.
Questo mi aiutava anche a trovare il "punto dolce" ovvero quella posizione che permetteva al microfono di rendere la mia voce al meglio.
2. Distanza dal microfono
Quando il microfono è fisso, va portato alla giusta distanza. Inutile allungarsi, abbassarsi o alzare il capo per avvicinarsi al microfono, meglio spostarlo o regolarlo a circa venti centimetri dalla bocca.Io per regolarmi faccio così: apro il palmo della mano, appoggio il pollice sulle labbra e avvicino il microfono finché lo tocco con la punta del mignolo.
A questa distanza la mia voce si sente bene, e il microfono non produce quei piccoli schiocchi che si sentono quando si pronunciano le lettere "b"o "p", o i sibili che si odono quando pronunciamo la "s".
3. Posizione del microfono
L'etichetta vuole che il microfono non venga tenuto davanti alla bocca per non nascondere parte del volto.Vi è tuttavia un motivo molto più pratico per cui io non lo faccio mai. Quando tengo una presentazione, uso sempre la modalità relatore per avere accesso al menu di navigazione o, più semplicemente, per dare un'occhiata alle note. Preferisco posizionare il microfono sotto il mento, in questo modo quando giro il capo verso lo schermo si continua a sentire la voce perché rimango nell'area di sensibilità del microfono.
Se, invece, il microfono è di quelli da tenere in mano lo posiziono sotto il mento e immagino che sia collegato al mio mento da un'asticella rigida. In questo modo ogni volta che giro la testa mi ricordo che il microfono deve girare con me seguendo sempre la mia bocca, e non rischio che la platea senta la mia voce a scatti.
4. Volume del microfono
Nella maggior parte dei convegni è presente un tecnico che ci chiede di parlare con il nostro tono di voce abituale per poter regolare il volume del microfono in modo che l'audio sia sempre ottimale. Io in pubblico io tendo a parlare con un tono di voce molto alto, così per non rischiare una regolazione del volume che diminuisca l'impatto della mia voce, quando faccio il test abbasso leggermente il tono di voce.
5. Microfoni a clip
Sono una donna e non mi faccio mai trovare impreparata per un microfono a clip. Sembrerà un'affermazione strana, ma io indosso spesso abiti e gli abiti non offrono nessun aggancio per l'amplificatore della voce portatile. Per non rischiare di doverlo tenere in mano indosso una gonna, o una giacca con tasche oppure, più semplicemente, una cintura.Aggancio sempre il microfono a clip per non rischiare di sfiorarlo accidentalmente quando mi muovo. A volte basta alzare il braccio per indicare qualcosa con il puntatore laser, e il bavero della giacca si sposta sul microfono provocando un rumore che potrebbe risultare irritante per il pubblico.
Infine mi assicuro sempre di agganciarlo nel lato dove so che tenderò a girare la testa più spesso.
Quando copi i miei articoli nel tuo blog (anche se li riscrivi modificandoli leggermente) ricordati di mettere sempre un link a TuttoSlide.
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